The Community of Compost - @ Like a Little Disaster - Polignano a Mare

Opening August 2 - starting at 8 pm
Like A Little Disaster
Via Cavour, 68
Polignano a Mare
August 3 - September 30

 

Like A Little Disaster is honored to present the project “The Community of Compost” which opens on August 2, until September 30.
Works, projects and contributions by: Irene Pucci_Mariateresa Salvati_Claudia Giannuli_Rupert Sheldrake_Natalija Dimitrijević_Francesco Paolo Grassi_Arianna Ladogana_Cosimo Pisani_Pier Alfeo_Unità Analitica Biologia e microbiologia ambientale (Laboratorio Multisito, Ravenna - Arpae Emilia Romagna)_Lucia Uni_Mario Ferrarelli (Terra Building Design)_Nina Miceli Uni_Francesco Fossati_Marco Antonini_Donato Trovato_Silvana Di Blasi_Mila Balzhieva_Like A Little Disaster_Merlin Sheldrake_Martina Petrelli_Raffaele Fiorella_Elisa Gallenca_Mariangela Stoppa_Andreas Ervik_Siv Dolmen_Giovanni Pinto_ Ada Penna_Giuseppe Pinto.
The Community of Compost borrows the title and the topics of a short story written by Donna Haraway "The Children of Compost " about the symbiogenetic join of a human child and monarch butterflies. This idea is profoundly embedded in the spirit of the collective, so the project will be driven by cultivating collaborations and partnerships among artists, philosophers, musicians and researchers across various disciplines. Each work/project was created by the collaboration of at least two beings.

“It matters what matters we use to think other matters with; it matters what stories we tell to tell other stories with; it matters what knots knot knots, what thoughts think thoughts, what descriptions describe descriptions, what ties tie ties. It matters what stories make worlds, what worlds make stories.”

By fostering vibrant collaborations, the project aims to craft transformative art experiences that unlock new dimensions of understanding the complexity of nature and the interconnectedness of all living beings. Through the lens of the project, we seek to provoke contemplation and engagement, encouraging viewers to perceive themselves as part of a larger ecosystem. The project’s purpose is to create art experiences that reflect the intricate and rapid changes taking place within our planet. Furthermore, we aspire to evoke a profound sense of connection and reverence for the intricate web of life we are part of. 

The C. of C. is made by human creatures born from kinship woven with other species. They are tasked with preserving what remains and honouring what is lost. The C. of C. teaches us to write stories and live lives oriented towards prosperity and abundance. The C. of C. is made by human creatures born from kinship woven with other species. They are tasked with preserving what remains and honoring what is lost. The C. of C. teaches us to write stories and live lives oriented towards prosperity and abundance. It is a symbol of intraspecies collaboration and alliance, of deconstruction and re-learning. The C. of C. is an ecotone, a small colony/village//refuge of trans-subjective migrant individuals, of refugees, human and non-human, without refuge.

The C. of C. stimulates alliances and creates relationships, not only between humans but between all species in order to survive the disaster. It envelops a myriad of temporalities and spatialities and a myriad of intra-active entities, assemblages including the more-than-human, other-than-human, inhuman and human-as-humus. Individualism, gender, and speciesism make no sense here because all living things are hybrids and symbionts, connected in a complex network with other so-called species. Intertwined in an inextricable co-evolution.

“We are at stake with each other in every mixing and turning of the earth’s compost pile. We are compost, not posthumans; we inhabit humusities, not humanities.”

In the C. of C., kinships mean something other/more than entities linked by origins or genealogy. Companion species are natural-cultural trans-species modes of relating, boundary projects, and risky cohabitations, that do not presuppose similarity or commonality, but a willingness to cultivate transversal alliances and weave ecosystems, and thus “worlding,” in ways that can be both generative and destructive, but are no longer reproductive (in the double sense of not resorting to either filiation or duplication of the Identical).

“We are all lichens; so we can be scraped off the rocks by the Furies, who still erupt to avenge crimes against the earth. Alternatively, we can join in the metabolic transformations between and among rocks and critters for living and dying well.”

The C. of C. is the set of all life forms, but also the set of all life forms that have died and have fertilized and modified the Earth, its structure and its history. Everything is life, even what does not seem to be: iron is a by-product of bacterial metabolism as is oxygen. Mountains can be made of shells and fossil bacteria and the crucial thing is that the mesh (MESH) of the compost has no element more important or essential than the others. C. of C. aims to be a speculative fable through which to imagine possible futures where the human species joins forces with other species (biotic-abiotic, organic-technological) to take care of the village-planet again (and better).

* All quotes are from Staying with the Trouble by Donna Haraway

 

 

By appointment only at
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(Please book your visit at least 2 days in advance)

 

 

 

-- ITA

Like a Little Disaster è onorata di presentare il progetto “La Comunità del Compost” che inaugura il 2 agosto, fino al 30 settembre.

La Comunità del Compost prende in prestito il titolo e i topics di un racconto breve scritto da Donna Haraway "The children of compost" sull'unione simbiogenetica di una bambina umana e una farfalle monarca. Questa idea è profondamente radicata nello spirito del collettivo, quindi il progetto sarà fondamentalmente guidato dall'obiettivo di coltivare collaborazioni e partnership tra artisti, filosofi, musicisti e ricercatori di varie discipline. Ogni opera/progetto è stato creato attraverso la collaborazione tra due o più esseri.

È importante capire quali pensieri pensano altri pensieri. È importante capire quali conoscenze conoscono altre conoscenze. È importante capire quali relazioni mettono in relazione altre relazioni. È importante capire quali storie raccontano altre storie.

Promuovendo collaborazioni vivaci, l'obiettivo del progetto è quello di creare esperienze artistiche trasformative che sblocchino nuove dimensioni di comprensione della complessità della natura e dell'interconnessione di tutti gli esseri viventi. Attraverso la lente del progetto, cerchiamo di provocare contemplazione e coinvolgimento, incoraggiando gli spettatori a percepirsi come parte di un ecosistema più ampio.

Lo scopo della C. d C. è quello di creare esperienze artistiche che riflettano i cambiamenti intricati e rapidi che avvengono all'interno del nostro pianeta. Inoltre, aspiria a evocare un profondo senso di connessione e riverenza per l'intricata rete di vita di cui facciamo parte.

Nella C. d C. vivono nuove creature umane nate da parentele intessute con altre specie. Hanno il compito di preservare quel che rimane e onorare ciò che è perduto. La C. d C. ci insegna a scrivere storie e vivere vite orientate alla prosperità e all'abbondanza. E' un simbolo di collaborazione e alleanza intraspecie, di decostruizione e re-apprendimento. La C. d C. è un ecotono, una piccola colonia/villaggio//rifugio di individui migranti trans-soggettivi, di rifugiati, umani e non, senza rifugio.

La C. d C. stimola alleanze, crea relazioni, non solo tra gli esseri umani, ma tra le specie tutte per riuscire a sopravvivere al disastro. Essa avviluppa una miriade di temporalità e spazialità e una miriade di entità intra-attive, assemblaggi tra cui il più che umano, altro da umano, disumano e umano-in-quanto-humus. L’individualismo, il genere, lo specismo non hanno senso qui, perché tutti i viventi sono ibridi e simbionti, connessi in un reticolo complesso con altre cosiddette specie. Intrecciati in una co-evoluzione inestricabile.

Siamo in gioco gli uni con gli altri in ogni mescolanza e rivolgimento della pila compost terrestre. Siamo compost, non postumani; abitiamo le humusità, non le humanità.

Nella C. d C. le parentele significano qualcosa di diverso/di più delle entità legate da origini o genealogia. Le specie compagne sono modalità di relazione naturalculturali trans-specie, progetti di confine e coabitazioni rischiose, che non presuppongono la similitudine o la comunanza, ma una disponibilità a coltivare alleanze trasversali e tessere ecosistemi, e così “mondeggiare” [worlding], in modi che possono rivelarsi tanto generativi quanto distruttivi, ma non sono più riproduttivi (nel duplice senso di non ricorrere né alla filiazione né alla duplicazione dell’Identico).

Making kin, not population.

La C. d C. è l’insieme di tutte le forme di vita, ma anche l’insieme di tutte le forme di vita che sono morte e hanno concimato e modificato la Terra, la sua struttura e la sua storia. Tutto è vita, anche ciò che non sembrerebbe esserlo: il ferro è un sottoprodotto del metabolismo batterico così anche l’ossigeno. Le montagne possono essere fatte di conchiglie e batteri fossili e la cosa decisiva è che la maglia (MESH) del compost non ha nessun elemento più importante o essenziale degli altri.

La C. d C. ambisce ad essere una fabula speculativa attraverso la quale immaginare futuri possibili dove la specie umana unisce le forze ad altre specie (biotiche-abiotiche, organiche-tecnologiche) per prendersi di nuovo (e meglio) cura del villaggio-pianeta.

Siamo tutti licheni; per questo possiamo essere spazzati via dalle rocce dalle Furie, che ancora esplodono per vendicare i crimini contro la terra. In alternativa, possiamo unirci alle trasformazioni metaboliche tra e fra rocce e creature per vivere e morire bene.

*Tutte le citazioni da “Chthulucene. Sopravvivere su un pianeta infetto” di Donna Haraway

 

 

Dal 3 Agosto al 30 Settembre solo su appuntamento scrivendo a info @ likealittledisaster.com (Si prega di prenotare la visita con almeno 2 giorni prima)